Das Buch: Grasshoppers – Fussball in Zürich seit 1886

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Blue-White
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Re: Das Buch: Grasshoppers – Fussball in Zürich seit 1886

#42 Beitrag von Blue-White »

Ich wirds Buech no chaufä. GC läbt

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Au wenn du nöd in Mode bisch
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Re: Das Buch: Grasshoppers – Fussball in Zürich seit 1886

#43 Beitrag von Au wenn du nöd in Mode bisch »

GC-Buch Mitherausgeber Werner Bosshard im Corriere del Ticino zum Eigentümerwechsel bei der GC Fussball AG:
Calcio

Dall'umiliazione alla speranza: il Grasshopper vuole ritrovarsi

Dopo la deludente gestione cinese, la società più titolata in Svizzera riparte dalle promesse di Los Angeles FC - Lo storico Werner Bosshard: «Il GC è un oggetto delicato, per riconquistare i suoi tifosi servirà umiltà e feeling per la storia»

Trent’anni fa, il Grasshopper affrontava il girone di ritorno convinto di poter vincere il massimo campionato svizzero. Cosa puntualmente avvenuta in coda alla primavera, con tanto di festeggiamenti per il ventesimo titolo. Ne sarebbero arrivati altri sette, prima che il solo Basilea riuscisse a cucirsi a sua volta le due stelle sul petto. Anche i fasti renani, oggi, sembrano sbiaditi. Della grandeur delle Cavallette, però, si fatica quasi ad avere memoria. A maggior ragione alla luce di un decennio - l’ultimo - scandito dalla mediocrità. Da una retrocessione in Challenge League, addirittura. E, soprattutto, dal palpabile disinteressamento della piazza zurighese. L’acquisto del club da parte del Los Angeles FC, annunciato nelle scorse ore, s’inserisce in questo solco. Un solco profondo, al quale hanno contribuito pure gli ultimi, controversi anni di gestione cinese.

«Percepisco una certa fiducia»

La ricca proprietà americana promette altro. Successo. Non subito, ma successo. E al contempo un’internalizzazione del marchio. La franchigia della MLS, d’altronde, è già legata a doppio filo con Bayern Monaco e Wacker Innsbruck (società della quarta divisione austriaca), oltre a essere coinvolta negli affari di Inter Miami, Atletico Madrid, Chelsea, Strasburgo e Racing Club Montevideo. Ai tifosi rimasti del GC, così come ai nostalgici, è in tal senso richiesta una scelta di campo. Da un lato l’ennesimo atto di fede, nella speranza di aver oramai toccato il fondo. Dall’altro lo smarrimento, e ulteriore disaffezione, a fronte di un oggetto di culto diventato mera merce di scambio. No, non dev’essere semplice aver vibrato e continuare a vibrare per il Grasshopper. Per la società, lo abbiamo detto, più vincente della storia. Werner Bosshard, se vogliamo, racchiude alla perfezione questi sentimenti contrastanti. Lui che è storico, tifoso, e non da ultimo co-autore del libro dedicato ai 136 anni del club: Grasshoppers, Fussball in Zürich seit 1886 (NZZ Libro). L’opera è stata pubblicata nel 2022, in tempi già bui insomma. «Anche per questa ragione, personalmente, voglio credere alla bontà dell’operazione con Los Angeles FC» ci dice. «La precedente cessione ai cinesi aveva costituito un’umiliazione. Vero, il Gruppo Fosun ha sempre onorato gli impegni sul piano finanziario. A mancare, però, è stata una visione sensata e strutturata. Un piano chiaro circa gli obiettivi da raggiungere e le modalità per riuscirci. Oggi regna un sentimento diverso. Quasi di fiducia, alla luce delle competenze molto più profilate e professionali del gruppo statunitense».

«C’è un pubblico dormiente»

La filosofia di chi maneggia il «soccer» è risaputa. Commercializzazione e profitto sono e saranno le parole d’ordine pure di Larry Freedman e soci. «E mi sta bene, purché si mantenga il giusto feeling per la storia del GC» sottolinea Bosshard. Ecco, appunto: quale tipo di sensibilità implica il passato prestigioso e quindi ingombrante del club? «Serve grande umiltà verso un tassello così importante e datato del calcio svizzero. Durante la presentazione, i nuovi investitori hanno toccato le corde giuste in questo senso. Parlando del ritorno dei giovani svizzeri e di figure nelle quali riconoscersi in campo. Detto ciò, e sono il primo a riconoscerlo, il romanticismo non potrà nulla contro la cultura ipercapitalista dello sport americano». Che le parti trovino un punto d’incontro non è inoltre assicurato. «Forse a Los Angeles non si sono resi conto di quanto sia delicato il Grasshopper» osserva Bosshard: «Prendiamo il pubblico: non è mai esistita una tifoseria ampia. Di sicuro - e in tutta la Svizzera - è dormiente un significativo numero di appassionati. Che osserva da lontano. Ma l’ottimismo degli statunitensi, in quest’ambito, potrebbe anche rivelarsi eccessivo».
«Fondamentale lo stadio»

Una variabile è comunque innegabile: l’identità del sostenitore-medio - in questi anni - ha sofferto pure per l’assenza di uno stadio proprio. E, di riflesso, per la convivenza forzata con lo Zurigo al Letzigrund. «Molto passa dalla futura casa del GC» conferma Bosshard. «La aspettiamo da troppo tempo. E mentre aspettiamo, lentamente, il popolo al seguito del GC continua a calare». C’è dunque un amore da riconquistare. Un legame da rinsaldare. «Attraverso il bel gioco, ancor prima che con i successi. Sono quindi curioso di capire se esiste una precisa cultura calcistica. Idealmente, quella a stelle e strisce dovrebbe attecchire meglio rispetto alla cinese. Ma la ricerca dello spettacolo, il concetto di una Hollywood del pallone, ad ogni modo, andranno giocoforza adattati al modello europeo». Ci è già passato Joe Mansueto, a Lugano. Sin qui con un discreto successo. «E spero che lo Zurigo possa tornare a preoccuparsi pure del Grasshopper» conclude sorridendo lo storico Werner Bosshard. L’identità e l’ardore di una piazza di calcio, d’altronde, si costruisce e alimenta anche attraverso le rivalità.

https://www.cdt.ch/sport/dallumiliazion ... rsi-340141
DeepL:
Fußball

Von der Demütigung zur Hoffnung: Grasshopper will sich wiederfinden

Nach enttäuschendem chinesischem Management startet der titelstärkste Club der Schweiz mit dem Versprechen des Los Angeles FC neu durch - Historiker Werner Bosshard: "GC ist ein heikles Objekt, die Rückgewinnung der Fans erfordert Demut und Geschichtsbewusstsein".

Vor dreissig Jahren gingen die Grasshopper mit der Überzeugung in die Rückrunde, dass sie die höchste Schweizer Liga gewinnen könnten. Dies geschah pünktlich zum Ende des Frühjahrs, verbunden mit der Feier des zwanzigsten Titels. Sieben weitere sollten folgen, bevor sich allein Basel die beiden Sterne auf die Brust nähen konnte. Selbst der rheinische Glanz scheint heute verblasst zu sein. An die Grandezza der Heugümper hingegen kann man sich kaum noch erinnern. Umso mehr angesichts eines Jahrzehnts - des letzten -, das von Mittelmäßigkeit geprägt war. Durch den Abstieg in die Challenge League sogar. Und vor allem durch das spürbare Desinteresse auf dem Zürcher Platz. In diese Furche passt der in den letzten Stunden bekannt gegebene Kauf des Vereins durch den Los Angeles FC. Eine tiefe Furche, zu der auch die letzten, umstrittenen Jahre des chinesischen Managements beigetragen haben.

Ich spüre ein gewisses Vertrauen

Der reiche amerikanische Eigentümer verspricht mehr. Erfolg. Nicht sofort, aber Erfolg. Und gleichzeitig eine Verinnerlichung der Marke. Die MLS-Franchise hingegen ist bereits eng mit Bayern München und Wacker Innsbruck (einem Verein aus der vierten österreichischen Liga) verbunden und mischt auch bei Inter Miami, Atletico Madrid, Chelsea, Strasbourg und Racing Club Montevideo mit. Die verbliebenen GC-Fans, aber auch die Nostalgiker, werden in diesem Sinne vor die Wahl gestellt. Einerseits der x-te Vertrauensbeweis, in der Hoffnung, dass die Talsohle nun erreicht ist. Auf der anderen Seite die Fassungslosigkeit und weitere Enttäuschung angesichts eines Kultobjekts, das zu einem bloßen Tauschobjekt geworden ist. Nein, es muss nicht leicht sein, für die Heuschrecke vibriert zu haben und weiter zu vibrieren. Für das erfolgreichste Unternehmen der Geschichte. Werner Bosshard, wenn man so will, bringt diese gemischten Gefühle perfekt auf den Punkt. Er ist Historiker, Fan und nicht zuletzt Mitautor des Buches, das dem 136-jährigen Bestehen des Vereins gewidmet ist: Grasshoppers, Fussball in Zürich seit 1886 (NZZ-Buch). Das Werk wurde 2022 veröffentlicht, in Zeiten, die bereits dunkel waren. 'Auch deshalb möchte ich persönlich an die Güte des Deals mit dem Los Angeles FC glauben', erzählt er uns. Der vorherige Verkauf an die Chinesen war eine Demütigung. Zwar hat die Fosun-Gruppe ihre finanziellen Verpflichtungen immer eingehalten. Was jedoch fehlte, war eine vernünftige und strukturierte Vision. Ein klarer Plan, was erreicht werden sollte und wie es erreicht werden sollte. Heute herrscht ein anderes Gefühl vor. Fast ein Gefühl der Zuversicht angesichts der viel profilierteren und professionelleren Fähigkeiten des US-Konzerns".

Es gibt ein schlafendes Publikum

Die Philosophie derer, die sich mit dem "Fußball" beschäftigen, ist bekannt. Kommerzialisierung und Profit sind und werden auch für Larry Freedman und Co. die Schlagworte sein. "Und damit habe ich kein Problem, solange das richtige Gefühl für die GC-Geschichte erhalten bleibt", betont Bosshard. Was für ein Gefühl vermittelt die prestigeträchtige und damit sperrige Vergangenheit des Clubs? Es braucht eine grosse Bescheidenheit gegenüber einem so wichtigen und überholten Stück Schweizer Fussball. Bei der Präsentation schlugen die neuen Investoren in dieser Hinsicht die richtigen Töne an. Sie sprachen von der Rückkehr junger Schweizer Spieler und von Figuren, in denen sie sich auf dem Spielfeld wiedererkennen würden. Allerdings, und das gebe ich als Erster zu, wird die Romantik nicht mit der hyperkapitalistischen Kultur des amerikanischen Sports mithalten können. Es ist auch nicht sicher, dass die Parteien eine gemeinsame Basis finden werden. Vielleicht hat man in Los Angeles nicht gemerkt, wie empfindlich der Grasshopper ist", meint Bosshard: "Nehmen Sie das Publikum: Es gab nie eine breite Fanbasis. Sicherlich gibt es - auch schweizweit - eine beachtliche Anzahl von Fans. Die aus der Ferne zuschauen. Aber der Optimismus der Amerikaner könnte sich in dieser Hinsicht auch als übertrieben erweisen".

Das Stadion ist grundlegend

Eine Variable ist jedoch unbestreitbar: Die Identität des Fan-Mediums hat in den letzten Jahren auch unter dem Fehlen eines eigenen Stadions gelitten. Und in der Folge auch unter der erzwungenen Kohabitation mit dem FC Zürich im Letzigrund. "Es hängt viel von der künftigen Heimat des GC ab", bestätigt Bosshard. "Wir haben zu lange darauf gewartet. Und während wir warten, wird die Zahl der GC-Anhänger langsam immer kleiner. Es gibt also eine Liebe, die zurückgewonnen werden muss. Ein Band, das gestärkt werden muss. "Durch ein gutes Spiel, noch vor dem Erfolg. Ich bin deshalb neugierig, ob es eine spezifische Fussballkultur gibt. Im Idealfall sollten die Stars and Stripes besser Fuß fassen als die Chinesen. Aber das Streben nach Spektakel, das Konzept eines Hollywoods des Balls, wird auf jeden Fall an das europäische Modell angepasst werden müssen. Joe Mansueto hat dies bereits in Lugano getan. Bislang mit einigem Erfolg. "Und ich hoffe, dass sich der FC Zürich auch wieder um Grasshopper kümmern kann", meint Werner Bosshard lächelnd. Die Identität und die Leidenschaft eines Fussballclubs wird schliesslich auch durch Rivalitäten aufgebaut und gepflegt.
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